Rosario 25 Marzo dopo la celebrazione dell'Annunciazione

25 marzo - Annunciazione del Signore

Solennità Maria la Madre del Signore

Canto XXXIII del Paradiso di Dante

1. Vergine Madre figlia del tuo figlio,
2. umile a alta più che creatura,
3. termine fisso d’eterno consiglio,
4. tu se’ colei che l’umana natura nobilitasti sì,
5. che l’suo fattore

6. non disdegnò di farsi sua fattura.
7. Nel ventre tuo si raccese l’amore
8. Per lo cui caldo ne l’eterna pace
9. Così è germinato questo fiore.
10. Qui se’ a noi meridiana face
11. Di caritate e giuso, intra i mortali,
12. se’ di speranza fontana vivace.
13. Donna, se’ tanto grande e tanto vali,
14. che qual vuol grazia ed a te non ricorre,
15. sua disianza vuol volar senz’ali.
16. La tua benignità non pur soccorre
17. A chi domanda, ma multe fiate
18. Liberamente al dimandar precorre.
19. In te misericordia, in te pietate,
20. in te magnificenza, in te s’aduna
21. quantunque in creatura è di bontate.

I 21 versi del XXXIII canto del Paradiso di Dante dedicati a Maria la Madre del Signore sono stati assunti come inno nella Liturgia delle Ore dell’Ufficio delle Letture del Comune della Beata Vergine Maria. Questi versi esprimono un’alta poesie e una profonda teologia.
Nei primi versetti (vv. 1-3) sono messi in coincidenza opposti inconciliabili, antitesi messe insieme, le antitesi sono quindi concatenate in progressivo: vergine e Madre, figlia di Dio e Madre del Figlio di Dio. Anche gli attributi “umile ed alta” che richiamano l’espressione di Maria nel cantico del Magnificat: «ha guardato l’umiltà della sua serva e tutte le generazioni mi chiameranno beata» (Lc 1,48). Questa realtà trascendentale rivela lo scopo e il fine di Maria, predestinata fin dalla creazione dei tempi dal volere provvidenziale di Dio. Con l'avvento di Maria si chiude l'era del peccato originale e si apre quella della pace tra Dio e l'uomo attuata mediante la redenzione ad opera di Cristo, di cui Maria ne beneficia anticipatamente per essere degna Madre del Signore.
Maria è colei che ha nobilitato la specie umana (vv. 4-6) tanto che il Creatore dell’uomo non disdegnò di farsi opera dell’umana natura, cioè farsi figlio dell’uomo. In questo verso riecheggia il versetto dell’inno giovanneo: «E il verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi!» (Gv 1,14).
Nel tuo seno si accese nuovamente, dopo la creazione, il sentimento di amore tra Dio e l'uomo (vv. 7-9). Tale sentimento era stato spento dal peccato di Adamo. Il verso ricorda il motivo della preghiera dell'Ave Maria: «benedetto è il frutto del tuo seno». “tuo seno” questo termine è importante ed è tradotto in vari modi: ventre, viscere, in ebraico rahamin cioè utero. Esso non rappresenta solo una parte fisica del corpo, ma simboleggia la sede dei sentimenti, il luogo della massima espressione dell’amore, spesso è tradotto con la parola misericordia, bontà divina. Grazie a tal fuoco, nella pace paradisiaca, così rigogliosamente è fiorita la rosa dei beati, cioè il Paradiso è germogliato di così numerose anime elette.
come in Paradiso s’accende la carità così in terra, per i credenti, Maria è “fonte vivace” di speranza nel regno dell’amore (vv. 10-12). L’attributo “vivace” letteralmente “dalla lunga vita” suggerisce una sorgente inesauribile di grazie.
“Donna sei tanto grande e tanto vali”, in questi versi (vv. 13-15) riecheggia l’esclamazione di una donna che della folla gridò a Gesù: «Beato il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha allattato! Ma egli disse: "Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!"» (Lc 11,27). Chiunque vuole grazie, e a te non ricorre, il suo desiderio è destinato a fallire, è vano.
la tua benignità soccorre non solo chi a te si rivolge domandando ma molte volte spontaneamente previene la domanda e anticipa la risposta di soccorso (vv. 16-18). Questi versi evocano la preghiera di san Bernardo: «Non si è mai udito al mondo che qualcuno abbia ricorso al tuo patrocinio e non sia stato esaudito». Dio ha voluto che noi ottenessimo grazie passando attraverso le mani di Maria».
Misericordia, come compassione, pietate come disposizione ad amare; magnificenza: generosità liberale e gratuita, potenza di compiere imprese eccelse (vv. 19-21). Dante concentra la ricchezza delle virtù ed ogni bellezza in Maria, creatura umana, prescelta ed amata da Dio.
Preghiamo
O Padre, tu hai voluto che il tuo Verbo si facesse uomo nel grembo della Vergine Maria: concedi a noi, che adoriamo il mistero del nostro Redentore, vero Dio e vero uomo, di essere partecipi della sua vita immortale. Per il nostro Signore Gesù Cristo...

Nel video qui sotto Rosario 25 Marzo dopo la celebrazione dell'Annunciazione

(Rosario celebrato privatamente rispettando l'ordinanza sulla prevenzione della diffusione del COVID-19)


Dal pulsante che segue si può scaricare il testo della Preghiera del Santo Rosario in comunione con tutte le Parrocchie del Vicariato di Thiene in formato PDF.

Scarica Preghiera

 



L’arte floreale nella liturgia in tempo di Quaresima

Le signore dell’unità pastorale di Centrale, Grumolo e Zugliano (VI) che s’impegnano anche nella cura delle composizioni floreali per le celebrazioni liturgiche domenicali, si sono preparate per progettare insieme la fioritura delle domeniche di Quaresima di quest’anno ciclo A.
Sappiamo che l’arte floreale nella liturgia è un ministero che introduce alla celebrazione dei sacramenti e accompagna i fedeli all’ascolto della liturgia della Parola, e li aiuta nel cammino di fede, specie nel momento in cui si rinnova l’alleanza con Dio Padre per mezzo del corpo e sangue del Figlio il Signore Gesù. Tuttavia in questo tempo forte, la Chiesa detta un’indicazione precisa:
“Nel tempo di Quaresima è proibito ornare l’altare con fiori. Fanno eccezione la domenica laetare IV Q, le solennità e le feste. L’ornamento dei fiori sia sempre misurato e, piuttosto che sopra la mensa dell’altare, si disponga attorno ad esso.” (OGMR 305)
Tenendo conto dunque, delle indicazioni liturgiche e ispirandoci al Vangelo di quella domenica, abbiamo spogliato l’aula liturgica di fiori e piante e, nel luogo destinato ai fiori abbiamo realizzato composizioni prive di fiori ma impiegando materiale naturale che simbolicamente richiamasse l’esperienza del deserto.
L’assenza di fiori ha creato un clima austero quasi invito alla penitenza e al digiuno, mentre le insolite composizioni, richiamavano in chiave evocativa, l’esperienza di Gesù tentato nel deserto; si è rappresentata anche la trasfigurazione del Signore, anticipo della sua risurrezione. Seguendo poi i vangeli dell’anno liturgico ciclo A, progressivamente si sono raffigurate artisticamente le catechesi battesimali giovannee: la samaritana al pozzo (Gv 4,5-42); il cieco nato (Gv 9,1-41); la risurrezione di Lazzaro (Gv 11,1-45); la domenica delle Palme (la passione del Signore Mt 26,14-27,66). Per le solennità che ricorrono nel tempo quaresimale: il 19 marzo san Giuseppe e il 25 marzo la solennità dell’Annunciazione, si sono realizzate composizioni floreali festose, fiorendo, come indicato, in modo sobrio.
Quindi possiamo affermare con una certa soddisfazione e gratitudine che, anche in questo tempo segnato dalla sofferenza e dall’isolamento, abbiamo potuto continuare a svolgere il nostro servizio di catechesi mistagogica che vi riproponiamo.

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